2013-2023, IL CONFRONTO
Negli ultimi anni abbiamo affrontato sfide significative, tra cui la pandemia da Covid-19, la guerra in Ucraina e l’inflazione crescente. Questi eventi, uniti alla carenza di microchip, hanno avuto un forte impatto sul settore automobilistico. Tuttavia, in Italia emergono segnali di ripresa. Le immatricolazioni di auto stanno mostrando buoni risultati, nonostante le difficoltà come i prezzi elevati e l’incertezza sul tipo di vettura da scegliere (benzina, diesel, ibrida o elettrica). Questo periodo di transizione è caratterizzato da cambiamenti continui che stanno trasformando il settore.
CRESCONO LE IMMATRICOLAZIONI
Nel periodo da gennaio a novembre 2023 sono state vendute 1.455.271 auto, un numero ancora inferiore ai livelli pre-Covid ma superiore del 19,85% rispetto ai primi undici mesi del 2013, quando erano state immatricolate 1.214.237 nuove vetture.
MENO AUTO ITALIANE
Nel 2013, i produttori italiani coprivano il 28,35% delle vendite, mentre nel 2023 la quota è scesa al 18,26%. In particolare, la Fiat è passata dal 21,51% all’11,27%. Solo i marchi di lusso come Ferrari, Lamborghini e Maserati hanno visto una crescita.
SEMPRE PIÙ SUV
Crossover e SUV, sia a due che a quattro ruote motrici, rappresentano il 57,10% delle vendite totali di auto in Italia, rispetto al 18,34% di dieci anni fa.
PRATICITÀ? SÌ, MA NON BASTA PIÙ
Le monovolume e le multispazio sono in calo, con solo l’1,7% del mercato nel 2023 contro il 13,83% del 2013. Oggi, chi cerca spazio desidera anche lo stile dei SUV.
FINE DI UN MONOPOLIO
Nel 2013, le auto italiane dominavano i primi cinque posti delle immatricolazioni e non c’erano crossover tra le prime dieci posizioni. Nel 2023, solo tre modelli italiani sono nella "top ten", accompagnati da cinque crossover. Inoltre, dieci anni fa, otto modelli avevano un prezzo inferiore ai 15.000 euro; oggi solo la Dacia Sandero rientra in questa fascia, mentre modelli come la Ford Puma, la Jeep Renegade e la Toyota Yaris Cross superano i 25.000 euro. L’inflazione ha avuto un ruolo importante, ma anche le case automobilistiche non hanno risparmiato sui prezzi delle auto più popolari, come le crossover.
TANTE IBRIDE? SÌ, MA “LEGGERE”
A causa dei severi blocchi del traffico, molti automobilisti hanno evitato l'acquisto di nuove auto diesel. Le auto a benzina resistono, ma al vertice delle classifiche ci sono le ibride, sebbene nel 65% dei casi si tratti di mild hybrid, in cui la componente elettrica ha un ruolo minimo. Le full hybrid rappresentano il 24% e le plug-in solo l’11%. Le vendite di auto elettriche sono cresciute, ma la quota rimane bassa rispetto alla media europea (14,2%). Le auto a GPL sono ancora apprezzate da chi vuole risparmiare, con Dacia e Renault ai primi posti, mentre le auto a metano sono in declino, con meno di 10 modelli disponibili rispetto ai 20 del 2013.
TANTI I DEBUTTI
Il nostro listino è cresciuto negli ultimi dieci anni: 68 marchi rispetto ai 54 del 2013. Tra le nuove arrivate spicca MG, rinata grazie ai cinesi e che oggi vende più dell’Alfa Romeo. Cupra, nata come marchio sportivo della Seat nel 2018, ha superato quest'ultima nelle immatricolazioni grazie alla Formentor. DS, il marchio di lusso della Citroën, ha visto una crescita, seppur ancora con numeri bassi. Da notare anche i marchi cinesi della Geely, che possiedono Volvo e Lotus, e hanno lanciato la Polestar, specializzata in veicoli elettrici, e Lynk & Co., che offre un abbonamento all-inclusive per la sua crossover ibrida plug-in 01.