Il Centro studi Promotor ha stimato 1,38 milioni d’immatricolazioni nel 2020
Atteso un recupero delle vendite 2021 a quota 1,75 milioni con i bonus
Filomena Greco - Il Sole 24 Ore 17 dicembre 2020
Solo una nuova stagione di incentivi potrà risollevare il mercato auto dal baratro registrato nel 2020 e accelerare la ripresa dei volumi su 2021 e 2022. Il 2020 chiuderà con una perdita di volumi pari al 28%, a quota 1,38 milioni di nuove autovetture immatricolate. La previsione è del Centro Studi Promotor guidato da Gian Primo Quagliano che stima i numeri del mercato auto nel prossimo biennio a partire dalle due variabili principali in gioco: la presenza di sostegni finanziari alla domanda e l’eventuale terza ondata di pandemia, nei primi mesi dell’anno prossimo.
Nello scenario migliore, argomenta Gian Primo Quagliano, l’anno prossimo chiuderà con 1,75 milioni di autovetture immatricolate, «questo nel caso non si verificasse una terza ondata del virus, e con un piano incentivi in grado di coprire l’intero anno». Un numero che scenderebbe a 1,58 milioni qualora il piano di sostegni, come sembra emergere dall’accordo sui futuri bonus, restasse in vigore soltanto nel primo semestre. «Il 2022 potrà essere l’anno del recupero dei volumi – aggiunge Quagliano – con immatricolazioni a quota 2,2 milioni a fronte però di un nuovo piano di sostegni integrato anche dalle risorse del Recovery Found».
E se l’accordo di ieri in Commissione Attività produttive alla Camera ha confermato il piano da 420 milioni di incentivi e sostegno alla domanda anche per il 2021, ci vorrà comunque molto tempo per recuperare il gap accumulato e tornare alla soglia dei due milioni di autovetture vendute in un anno.
Il gap dell’Italia
L’Italia marcia da oltre dieci anni ad un passo più lento rispetto agli altri grandi mercati europei dell’auto – Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. Rispetto alla crisi del 2008, ad esempio, il paese non ha ancora recuperato completamente il volume di immatricolazioni. Un problema di mercato che ha anche un risvolto pesante dal punto di vista industriale: la produzione nazionale di autovetture si è ridotta del 41% nel decennio 2010-2019 rispetto alla produzione del decennio precedente come rileva l’ultimo rapporto dell’Anfia – l’associazione delle imprese della filiera automotive –. Nel 2019, in particolare, gli autoveicoli prodotti sono stati complessivamente 914.826 – compresi i commerciali leggeri –mentre nei primi nove mesi del 2020 la produzione di auto ha subìto una contrazione del 34,4%, con il comparto dei veicoli commerciali leggeri e dei truck in contrazione del 21,2%.
La spinta dei bonus
L'accordo sugli incentivi al settore auto prevede aiuti destinati alle motorizzazioni “tradizionali” (250 milioni) oltre ad aggiungere 120 milioni alla dote (370 milioni) già destinata a sostenere la vendita di auto ricaricabili, elettriche e ibride plug e a introdurre per la prima volta risorse per la rottamazione dei veicoli commerciali.
In linea generale il sostegno alla mobilità elettrica potrà accelererà ulteriormente la salita, sul mercato, delle immatricolazioni di auto alla spina: l’ultima rilevazione dell’Acea sul mercato europeo evidenzia come un’auto su dieci tra quelle vendute è una elettrica pura o una ibrida plug-in, con un trend di crescita che ha sostanzialmente triplicato il peso sul mercato nell’arco di un anno. In Italia da inizio anno le immatricolazioni di auto ad alimentazione alternativa rappresentano il 28% del totale, 13 punti percentuali in più dello stesso periodo del 2019. Elettriche e ibride ricaricabili sono triplicate nel 2020 eispetto al 2019 con una quota di mercato pari al 3,6%, del 7% nel solo mese di novembre.
L’introduzione dei nuovi incentivi auto contribuirà, soprattutto nella parte riservata alle motorizzazioni tradizionali, a svecchiare il parco auto circolante e migliorare l’impatto su ambiente e sicurezza. Un tema, quest’ultimo, che pesa nella valutazione complessiva del mercato auto italiano. Il paese, come ribadisce il Centro Studi Promotor, registra l’età media più alta di tutta Europa – 11 anni e mezzo – e il più alto tasso di mortalità da incidenti stradali.