Oggi, la domanda di mercato si articola secondo un concetto di “mobilità” sempre più esteso, che include al proprio interno un insieme crescente di soluzioni di trasporto alternative e versatili. In particolare, nei grandi contesti urbani, la domanda di mobilità dei consumatori non appare più dominata dalle tradizionali logiche di “proprietà” basate sull’acquisto pluriennale di un’auto privata, ma rivela un interesse e un’apertura crescenti verso forme più flessibili, personalizzate e fondate sull’utilizzo della vettura.
Dal punto di vista degli OEM (produttori di apparecchiature originali), le strategie dovranno concentrarsi su come gestire questi nuovi bisogni di mobilità e trasformare, quindi, il proprio modello di business, dalle attività a monte della value-chain fino alla “gestione dell’ultimo miglio” del customer journey degli utenti. A questo proposito, oggi si possono già osservare alcuni esempi di vere e proprie “membership al brand” che stanno riscontrando un successo crescente da parte di chi cerca formule alternative alla proprietà pluriennale di un’auto.
Quota di consumatori che si dichiarano molto/abbastanza interessati a un servizio «subscription» che consente di sfruttare la comodità e flessibilità di accedere periodicamente a:
Fonte: DELOITTE
Anche il settore dell’autonoleggio sta contribuendo significativamente a questo andamento, attraverso però un approccio per lo più rivolto a logiche “multi-brand”, a partire da un concetto di “servizio di mobilità” che prescinde da legami di esclusiva con specifiche case produttrici.
Nel caso dell’autonoleggio, anzi, è proprio la varietà di modelli e brand a rappresentare la chiave per arricchire e potenziare l’offerta di soluzioni disponibili, ottimizzando la scelta dei clienti verso la soluzione più in linea con le loro specifiche esigenze. Inoltre, la progressiva liberalizzazione dei modelli distributivi (es. Block Exemption Regulation) farà sì che le reti commerciali gestite da terze parti saranno ancor meno legate verticalmente a specifici brand in prospettiva futura, con un ulteriore aumento della pressione competitiva soprattutto per i brand più generalisti.