Con una mancanza di 321.000 veicoli rispetto ai livelli del 2019, il mercato automobilistico italiano rischia di restare sotto soglia fino al 2027. Tuttavia, secondo le previsioni dell'Associazione Unrae, un riesame del sistema di incentivi, con un aumento del contributo, del "price cap" e il riconoscimento degli aiuti a tutte le imprese, potrebbe portare il mercato ad assorbire 300.000 autovetture a zero emissioni l'anno prossimo.
Unrae, insieme all'Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss, ha presentato la sua analisi annuale dei dati del mercato automobilistico italiano. Dopo un recupero del 20% delle immatricolazioni fino a novembre, si prevede che il mercato entri in una fase di stagnazione dall'anno prossimo, con l'eccezione dei veicoli commerciali leggeri che mostrano segnali di ritorno alla "normalità" con previsioni di crescita, seppur a ritmo ridotto.
Il presidente Unrae, Michele Crisci, sottolinea che la transizione verso veicoli elettrici rappresenta un'opportunità straordinaria per le imprese italiane. Crisci evidenzia che oltre il 64% del fatturato dell'indotto auto proviene da case produttrici estere con piani di investimento ambiziosi, indicando la necessità di accelerare la riconversione delle produzioni.
Il mercato italiano presenta alcune anomalie, con particolare riferimento al peso crescente del Noleggio a Lungo Termine, che è aumentato del 20% nel 2022 con una quota di privati pari al 13%. Anche se l'Italia si posiziona al quarto posto per volumi tra i major market europei, l'elettrificazione ha subito una battuta d'arresto a partire dal 2021, con la quota di mercato delle auto full electric scesa sotto il 4%. Tuttavia, il paese si distingue per la quota di vetture ibride.
Secondo il direttore di Unrae, Andrea Cardinali, il problema principale in Italia non è il reddito medio o le carenze di infrastrutture di ricarica, ma il meccanismo degli incentivi che non funziona.
Lo studio dell'Osservatorio Luiss dedicato alla "variabile cinese", presentato da Fabio Orecchini, si concentra sulla quota di auto made in China immatricolate in Italia (5%) ed Europa (4,8%). Nonostante una bassa presenza di marchi autoctoni, si prospettano tutte le condizioni per un notevole aumento dell'influenza del gigante asiatico nel mercato globale delle auto. Con la Cina che detiene il primato come il maggior produttore mondiale di auto, primo esportatore di veicoli e leader nelle tecnologie del powertrain elettrico, si prevede che l'import di auto dalla Cina in Italia supererà il miliardo di euro nel 2023, con 23 nuovi marchi cinesi che faranno il loro debutto l'anno prossimo.