Il tema dell'educazione stradale riveste un ruolo centrale nella vita moderna. Negli ultimi decenni, l'aumento del numero di veicoli in circolazione è stato costante. Nonostante l'introduzione di nuove norme di sicurezza e l'educazione degli utenti della strada, il problema rimane estremamente preoccupante. Nelle scuole, spesso l'educazione stradale viene trascurata, senza un programma educativo strutturato, relegando la sicurezza stradale in secondo piano. Di conseguenza, risulta inefficace e insufficiente. Quali sono quindi i cambiamenti in vista?
Una nuova proposta riguarda l'educazione stradale nelle scuole.
Ogni anno, in Italia, un numero significativo di persone, tra cui molti giovani, perde la vita a causa di incidenti stradali. Per contrastare questa tragica situazione, è previsto un potenziamento dell'insegnamento dell'educazione stradale a partire dal prossimo anno. Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge dedicato alla sicurezza stradale e alla revisione del Codice della strada, presentato dai Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell'Istruzione e del Merito, e dell'Interno. Saranno istituiti corsi extracurricolari di educazione stradale, con una premialità finale: ogni studente che parteciperà a tali corsi riceverà due punti aggiuntivi al momento di ottenere la patente di guida. I corsi saranno organizzati dalle scuole secondarie di II grado, sia statali che paritarie. Saranno previste verifiche delle conoscenze, laboratori di incontro e confronto tra i giovani, anche utilizzando i social media o video, nonché esperienze di peer tutoring tra studenti di cicli superiori e inferiori. È fondamentale sensibilizzare i ragazzi sull'importanza di una guida prudente, sicura e consapevole.
Chi sarebbe la figura più adatta a tenere queste lezioni nelle scuole?
I docenti formati, le Forze dell'Ordine o le Autoscuole? Una possibile soluzione sembra essere rappresentata dalla proposta del Ministero per il prossimo anno: la predisposizione di un Protocollo d'intesa con l'Automobile Club Italia (ACI) per attività dedicate alla "guida sicura". Nelle linee guida per l'insegnamento dell'educazione civica, sarà sottolineata l'importanza di dedicare ampio spazio all'educazione stradale. Sarà creato un nuovo tavolo di lavoro con la Polizia stradale, il Dipartimento di Psicologia dell'Università la Sapienza di Roma, l'Associazione "Lorenzo Guarnieri" e l'Associazione "Valdiserri" per definire nuovi contenuti da introdurre nei percorsi didattici curriculari ed extracurriculari. Frequentare questi corsi di educazione stradale nelle scuole non sarà compito solo di docenti formati, ma anche di personale esperto e tecnici. I docenti rimarranno comunque una parte fondamentale e la loro collaborazione sarà determinante per porre fine a queste tragedie.
Il ruolo dei social media nella formazione dei nuovi automobilisti
Sta prendendo piede la condivisione di tutorial su social come TikTok, che rischia di sostituire la formazione fornita dalle autoscuole. È evidente che non si può pretendere di imparare un argomento complesso come l'educazione stradale in pochi secondi di video, né tantomeno imparare a guidare. Attualmente, la legge consente agli studenti di sostenere l'esame di guida pratica dopo soli sei ore di lezioni, ma è necessario un impegno più significativo. È fondamentale comprendere che guidare un veicolo implica una grande responsabilità. Nel nuovo Codice della Strada annunciato dal Ministro Matteo Salvini, il numero minimo di ore di lezioni pratiche dovrebbe raddoppiare a 12. Tuttavia, spesso sono i genitori a limitare l'esperienza di guida dei loro figli, anche a causa dei costi delle lezioni di guida, attualmente di 45 euro a ora IVA inclusa, che potrebbero risultare eccessivi. A tal proposito, viene suggerita una riduzione dell'IVA sulle lezioni di guida, al fine di stimolare l'impegno nello studio e rendere il percorso di formazione al volante più accessibile dal punto di vista economico. Ancora una volta, si sottolinea l'importanza di un approccio serio e rispettoso alla formazione alla guida, che vada al di là dei brevi tutorial sui social media e richieda un impegno più profondo e personale.