Guidare un'auto intestata a un'altra persona può comportare pesanti sanzioni, che vanno da un minimo di 516,46 euro a un massimo di 2582,28 euro, con la possibilità, nei casi più gravi, di ritiro della carta di circolazione. Questa normativa è stata introdotta nel Codice della Strada a partire dal 3 novembre 2014, con l'obiettivo di regolamentare l'uso di veicoli non intestati ai conducenti.
La legge prevede che un'auto possa essere guidata da vari membri della stessa famiglia o da conviventi del proprietario senza incorrere in sanzioni. In questi casi, basta che il conducente sia un parente convivente, come un genitore, un figlio, un coniuge, un fratello o un compagno del proprietario effettivo, e la polizia stradale può facilmente verificare questa informazione grazie al database dell'anagrafe.
Tuttavia, se il conducente è estraneo al nucleo familiare del proprietario, ci sono delle restrizioni. Se l'uso del veicolo da parte di un estraneo non supera i 30 giorni, non è necessario fare alcuna comunicazione alla motorizzazione. Tuttavia, se il veicolo sarà utilizzato da un estraneo per più di 30 giorni, è obbligatorio darne comunicazione alla motorizzazione e annotare questa informazione sulla carta di circolazione. In caso di mancata comunicazione o annotazione, scatta la multa.
È importante notare che anche un familiare che non convive con il proprietario del veicolo viene considerato un estraneo ai fini di questa normativa. Pertanto, è fondamentale rispettare le regole e comunicare adeguatamente l'uso dell'auto per evitare sanzioni significative.
In conclusione, guidare un'auto intestata a un'altra persona può comportare sanzioni economiche considerevoli e persino il ritiro della carta di circolazione, pertanto è fondamentale essere consapevoli di tali regolamentazioni e rispettarle scrupolosamente per evitare spiacevoli conseguenze legali.