La Toyota adotta attualmente un approccio prudente verso le auto elettriche, come dichiarato dal suo presidente Akio Toyoda. Questa cautela è motivata da diverse ragioni.
Lo scorso anno è trapelato un documento interno destinato ai concessionari americani basato sulla doppia proporzione 1:6:90. Secondo la Toyota, infatti, i materiali che vengono utilizzati per produrre 1 auto elettrica possono essere utilizzati per realizzare 6 ibride plug-in o ben 90 ibride. Il documento prevede anche una necessità di 300 nuove miniere entro il 2035 per soddisfare la domanda di auto elettriche.
Toyota critica anche l'affidabilità dei caricabatterie pubblici e la mancanza di standardizzazione dei connettori, rendendo la ricarica un processo difficile e poco pratico. Un altro punto negativo riguarda i prezzi elevati delle auto elettriche, che le rendono poco accessibili alla maggior parte dei consumatori rispetto alle automobili convenzionali o ibride.
La Toyota sostiene che il vantaggio ambientale delle auto ibride rispetto alle auto elettriche sia significativo, poiché la riduzione delle emissioni di carbonio da parte di 90 ibride supera di molto quella di un singolo veicolo elettrico. Nonostante queste considerazioni, la Toyota ha annunciato piani ambiziosi per l'elettrificazione della propria gamma di veicoli. Tuttavia, al momento, ritiene che produrre batterie per veicoli ibridi possa portare a una maggiore riduzione delle emissioni in modo più immediato rispetto alle auto elettriche.
Mentre il ragionamento della Toyota sembra sensato, alcuni potrebbero obiettare che non tiene conto dei progressi tecnologici nel settore delle batterie, come le celle al litio ferro-fosfato e le batterie al sodio. Il dibattito su quale sia l'approccio migliore all'elettrificazione dell'industria automobilistica resta aperto, con considerazioni sulle materie prime, i prezzi delle batterie, l'infrastruttura di ricarica e la disponibilità futura di petrolio e altri combustibili fossili.