Nonostante il declino inesorabile rispetto al passato glorioso di una decina di anni fa, le vetture diesel rappresentano ancora il 15,5% delle nuove immatricolazioni, secondo l'ultimo rapporto di UNRAE, e rimangono la scelta preferita per chi percorre lunghe distanze ogni anno. Il recente dietrofront europeo sull'entrata in vigore della normativa Euro 7 ha dato nuovo slancio alle Euro 6, vetture dotate di motori all'avanguardia e a bassissime emissioni.
La buona notizia è che c'è ancora margine per migliorare ulteriormente la riduzione delle emissioni. Se si possiede un veicolo Euro 6 nel garage (e siamo in molti, rappresentando un terzo del parco circolante diesel), è possibile considerare seriamente la possibilità di percorrere molte più miglia scegliendo un biocarburante, come ad esempio l'HVO, ovvero l'olio vegetale idrotrattato. Questo carburante deriva da scarti vegetali, come olio esausto da friggitrici, scarti di grasso animale e oli provenienti da coltivazioni non in competizione con la filiera alimentare, a differenza degli "e-Fuels" che sono sintetici.
L'HVO è un gasolio proveniente da fonti rinnovabili ed è offerto da diversi produttori di carburanti nelle stazioni di rifornimento. Tamoil ed Eni sono tra i pionieri, con Eni che ha notevolmente aumentato il numero di stazioni di servizio che offrono HVO nel corso del 2023, passando da 50 a 500. Questo carburante è promosso attivamente sia per veicoli pesanti che per autovetture compatibili.
Tutte le vetture Euro 6 (e alcune Euro 5) possono funzionare con l'HVO, ma è sempre consigliabile verificare la presenza della sigla XTL su sportellino o libretto, che indica ufficialmente la compatibilità del motore, o chiedere conferma al produttore. Utilizzando l'HVO, le vetture diesel possono ridurre le emissioni di CO2 tra il 60% e il 90%, come dichiara Eni, un incentivo ecologico che si traduce anche in un prezzo alla pompa inferiore di 10 centesimi al litro rispetto al diesel tradizionale, valido nelle stazioni aderenti dall'inizio di ottobre.
Anche importanti gestori di carte carburante e flotte aziendali, come DKV Mobility, hanno riconosciuto l'importanza dei carburanti ecologici. I clienti DKV possono già oggi acquistare il diesel HVO a basso contenuto di CO2 in 650 stazioni di servizio in Europa (circa 60 in Italia), contribuendo attivamente agli obiettivi climatici. La riduzione effettiva delle emissioni dipende da vari fattori, tra cui la percentuale di HVO come miscela nel diesel tradizionale (ad esempio, HVO20 o HVO30) o come carburante puro (HVO100). In questo percorso di riduzione dell'inquinamento, focalizzarsi sui milioni di auto esistenti e dare una chance ai biocarburanti può essere una soluzione pragmatica e sostenibile.