Nei primi nove mesi del 2024, il settore del Noleggio a Lungo Termine ha registrato una ripartizione dei contratti di durata superiore ai 30 giorni così distribuita: il 13,5% è stato stipulato da clienti Privati (98.868 unità), con un incremento del 45,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre l'86,5% (633.848 unità) ha coinvolto Società, con una crescita complessiva del 35,2%. Tra le Società, prevalgono le Aziende non-automotive, che hanno sottoscritto 530.494 contratti, rappresentando il 72,4% del totale, registrando un aumento del 34,7%, pur con una lieve flessione della quota totale (-1 punto percentuale).
Il Noleggio a Breve Termine ha raggiunto l'8,0% del totale con 58.884 contratti (+65,3%), mentre Dealer e Costruttori si sono mantenuti stabili al 4,3% con 31.692 contratti (+36,2%). In controtendenza, le aziende che operano nel Noleggio a Lungo Termine hanno subito una flessione del 21,0%, passando dall'1,8% al 3,0% dei contratti totali rispetto ai primi nove mesi del 2023, con un volume complessivo di 12.778 contratti.
La durata media dei contratti si conferma stabile a 23 mesi, come nello stesso periodo del 2023, con una lieve riduzione per i Privati (da 25 a 23 mesi) e un aumento per le Aziende non-automotive (da 24 a 25 mesi).
Alimentazioni
Le scelte di alimentazione per i veicoli a Noleggio a Lungo Termine variano a seconda della tipologia di utilizzatore. Le Aziende non-automotive continuano a preferire il diesel che rappresenta il 45,3% del totale, mentre il benzina è la scelta principale per il Noleggio a Breve Termine (44,6%). Tra le alimentazioni ibride, i contratti di Noleggio a Lungo Termine detengono la quota maggiore con il 35,6%, seguiti da Privati e Dealer e Costruttori al 29,4%. Per quanto riguarda i veicoli elettrici (BEV), la quota maggiore è detenuta da Dealer e Costruttori (15,5%), mentre i Privati seguono al 5%. Nel segmento delle ibride plug-in (PHEV), i Privati guidano con il 9,0%, seguiti dalle Aziende non-automotive con il 7,8%. GPL e metano mantengono quote marginali in tutti i segmenti.
Segmenti
I SUV dominano il mercato con il 55% dei contratti, superando le berline, che coprono il 30,8%. Al terzo posto si piazzano le Station Wagon, che rappresentano l’11,4% dei contratti complessivi, con una prevalenza tra le Aziende non-automotive (13,9%). I SUV del segmento C restano la categoria più scelta, coprendo il 25,9% del totale, grazie soprattutto ad Aziende non-automotive (27,3%) e Privati (27,2%). A seguire ci sono i SUV del segmento B, che rappresentano il 17,6% delle preferenze, posizionandosi come la scelta preferita nel Noleggio a Breve Termine con una quota del 30,6%. Per le berline, il segmento B si conferma come il più rappresentativo (11,7%), con una forte prevalenza nel Noleggio a Breve Termine (21,4%).
Regioni
La Lombardia guida il mercato con il 33,0% dei contratti totali, seguita dal Lazio (15,7%), dal Trentino-Alto Adige (7,8%), dall’Emilia-Romagna (7,3%) e dal Piemonte (7,2%). In Lombardia prevalgono i contratti stipulati da Aziende non-automotive (85,7%), mentre Calabria e Molise registrano la maggiore quota di contratti a Privati (rispettivamente 34,7% e 33,6%). Il Trentino-Alto Adige è caratterizzato dalla maggiore incidenza di contratti di Noleggio a Breve Termine (60,8%) e di Noleggio a Lungo Termine (17,1%). La Campania si distingue per la quota più alta di contratti da parte di Dealer e Costruttori (13,7%).
Contratti di auto immatricolate nel primo semestre 2024
Fino al 30 settembre 2024, i contratti stipulati per veicoli immatricolati nei primi sei mesi dell’anno ammontano a 173.583. Di questi, il 62,5% è relativo ad Aziende non-automotive, il 18,4% al Noleggio a Breve Termine, l’11,6% ai Privati, il 5,3% a Dealer e Costruttori, e solo il 2,2% al Noleggio a Lungo Termine.
Sul fronte delle alimentazioni, le motorizzazioni ibride mantengono il primato con il 37,0%, seguite dal diesel (27,2%) in calo, e dal benzina (23%) in crescita. Le ibride plug-in (PHEV) coprono il 7,2% del totale e i veicoli elettrici (BEV) il 4,8%, mentre GPL e metano si attestano su quote residuali (0,7% e 0,1% rispettivamente).