Il bollo auto, tra le tasse meno amate dagli italiani, è destinato a cambiare radicalmente. La nuova riforma fiscale, approvata nel 2025, introduce un nuovo assetto normativo che sarà in vigore dal 1° gennaio 2026. Le novità riguardano modalità di pagamento, sanzioni, esenzioni e destinazione dei fondi raccolti. Vediamo cosa c’è da sapere, punto per punto.
Pagamento annuale, addio alle rate
Dal 2026, il bollo auto non potrà più essere pagato a rate. La nuova normativa prevede che venga versato in un’unica soluzione annuale. La scadenza non sarà uguale per tutti, ma sarà legata al mese in cui il veicolo è stato immatricolato. L’obiettivo dichiarato è quello di semplificare i processi burocratici e uniformare il calendario fiscale, riducendo le frammentazioni che negli anni hanno generato confusione tra gli automobilisti.
Più risorse alle Regioni, stop ai “furbetti”
Un altro cambiamento importante riguarda la territorialità del tributo. Il pagamento del bollo sarà destinato esclusivamente alla Regione di residenza del proprietario del veicolo. Questo significa che non sarà più possibile immatricolare l’auto in una Regione con aliquote più favorevoli, un trucco spesso usato per risparmiare qualche euro.
Il principio è chiaro: rafforzare il legame tra tributo e territorio. Le Regioni, a loro volta, potranno gestire in modo più efficiente le risorse, destinandole a progetti locali legati alla mobilità sostenibile o al miglioramento delle infrastrutture.
Le agevolazioni non cambiano
Una buona notizia per chi ha investito in soluzioni più ecologiche: le esenzioni e le riduzioni attualmente in vigore resteranno attive. Le auto elettriche continueranno a beneficiare di esenzione nei primi anni successivi all’immatricolazione, mentre le ibride godranno di agevolazioni diverse a seconda delle disposizioni regionali. Anche i veicoli storici, quelli con oltre trent’anni di età, manterranno le agevolazioni previste.
Chi non paga, rischia grosso
La riforma introduce anche una stretta sulle sanzioni. In caso di mancato pagamento, la multa sarà pari al 30% dell’importo dovuto, a cui si aggiungeranno interessi. Ma il vero deterrente arriva con la radiazione del veicolo: dopo tre anni di inadempienza, il mezzo sarà cancellato dal Pubblico Registro Automobilistico. Tradotto: non sarà più possibile circolare, né vendere o trasferire l’auto.
Anche i veicoli fermi devono pagare
Una delle novità più discusse riguarda i veicoli sottoposti a fermo amministrativo. A partire dal 2026, il bollo dovrà essere versato anche in questi casi. Non importa se l’auto non è utilizzabile: chi risulta proprietario il primo giorno del periodo tributario sarà comunque tenuto al pagamento. Questo per evitare equivoci nei casi di passaggio di proprietà o blocchi temporanei.