Dalla Germania arriva un nuovo segnale negativo per la domanda di auto elettriche. A febbraio, secondo i dati della Kba (Kraftfahrt-Bundesamt, l'autorità dei trasporti federale), le immatricolazioni di Bev si sono attestate su 27.479 unità, il 15,4% in meno rispetto al pari periodo dell'anno scorso, nonostante un mercato in crescita del 5,4% a 217.388 unità. Di conseguenza, la penetrazione delle Bev sul totale dell'immatricolato si attesta al 12,6%. Il forte calo delle elettriche si accompagna a un ripristino di tutte le altre tipologie di alimentazioni (+9,7% per il diesel, +2,3% per le auto a benzina, +17,6% per le ibride, +22,3% per le plug-in e +49,9% per le Gpl), ed è la diretta conseguenza della decisione del governo federale di anticipare lo stop alle agevolazioni a causa delle ristrettezze di bilancio.
Già a gennaio si era riscontrato un primo effetto: le immatricolazioni, pari a 22.474, sono sì cresciute del 23,9%, ma rispetto a dicembre sono crollate del 54,9% in scia alla corsa agli ordini dell'ultimo mese dell'anno scorso. Per l'ennesima volta, si conferma l'essenzialità degli incentivi per le politiche di sostegno della mobilità alla spina, nonché la lontananza della politica dalla realtà del mercato.
Nel 2022, Robert Habeck, leader dei Verdi e ministro dell'Economia, aveva motivato la decisione di rivedere profondamente il sistema delle agevolazioni con la necessità di tener conto dell'ormai consolidata affermazione delle Bev. "La mobilità elettrica è ormai passata al mercato di massa", aveva spiegato il ministro. "Le auto elettriche stanno diventando sempre più popolari e non avranno più bisogno di sussidi governativi nel prossimo futuro". I numeri, però, dimostrano il contrario o quantomeno un deciso rallentamento della domanda rispetto a un recente passato caratterizzato da tassi di crescita a doppia cifra.