Recentemente, la Gran Bretagna ha posticipato al 2035 il divieto di vendita di auto a motore termico. Nel frattempo, il Consiglio d'Europa a Bruxelles, rappresentato dagli esponenti dei governi nazionali, ha mantenuto gli stessi limiti alle emissioni per l'Euro7, equiparandoli a quelli dell'attuale Euro6. Questo segna un cambiamento di rotta rispetto alle precedenti previsioni di una guida esclusivamente elettrica.
Per oltre un decennio, le associazioni ambientaliste hanno sollecitato l'attenzione sull'impatto delle auto sul clima e sulla qualità dell'aria. Tuttavia, dati ufficiali del Parlamento Europeo dimostrano che la CO2 emessa dalle auto in circolazione rappresenta solo lo 0,9% del totale delle emissioni, e quindi il passaggio completo alle auto elettriche avrebbe un impatto limitato sul clima.
Il settore automobilistico europeo, che contribuisce significativamente al Pil con il 10% e impiega 12,9 milioni di persone, ha affrontato una pressione costosa da parte delle politiche ambientaliste. In termini economici, l'analisi mostra un calo del mercato automobilistico italiano, con un aumento delle vendite di auto con prezzi superiori ai 20.000 euro. La politica sembra ora riconsiderare queste misure, ma l'industria automobilistica ha tempi di reazione lunghi. Chi sarà più agile nell'adattarsi alle nuove sfide potrebbe ridurre i danni.
Purtroppo le politiche ambientaliste hanno indebolito l'industria automobilistica europea. Tuttavia, questa sta cercando di riposizionarsi su prodotti a maggior valore aggiunto. Mentre gli automobilisti potrebbero trovare alternative nella fascia economica tra veicoli usati e auto di mercati oltreoceano, sono i lavoratori del settore a pagare il prezzo più alto, con stime che indicano la possibile perdita di circa 3 milioni di posti di lavoro.