Dal 1° agosto 2025 scatta la nuova tariffa del 15% sulle automobili europee esportate negli Stati Uniti, frutto di un accordo che riduce in modo significativo il precedente dazio del 27,5%. La misura nasce da un’intesa tra Bruxelles e Washington mirata a scongiurare una guerra commerciale che avrebbe potuto penalizzare fortemente il settore automotive.
Cosa cambia per le auto europee
In precedenza, le vetture prodotte nell’Unione Europea e vendute negli USA erano gravate da tariffe molto più elevate. La riduzione al 15% rappresenta un alleggerimento importante per costruttori come Volkswagen, BMW, Mercedes-Benz e Stellantis, che puntano sul mercato americano per modelli premium e veicoli elettrici.
Questa novità dovrebbe favorire un incremento dell’export, migliorare la competitività dei marchi europei e riequilibrare i rapporti con i concorrenti asiatici, già presenti in forza negli Stati Uniti.
Perché l’intesa era cruciale
Le trattative erano in corso da mesi: senza un compromesso, gli USA avevano minacciato dazi fino al 30%, scenario che avrebbe reso proibitivo l’export di auto europee e messo a rischio migliaia di posti di lavoro nella filiera. L’accordo al 15% viene quindi considerato una vittoria “di equilibrio”, che evita una penalizzazione eccessiva senza azzerare del tutto le barriere doganali.
Effetti immediati e prospettive
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Riduzione dei costi di esportazione: i listini delle auto europee potrebbero diventare più competitivi sul mercato americano.
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Spinta ai veicoli elettrici: l’UE mira a esportare negli USA modelli a basse emissioni, sfruttando la crescente domanda di auto green.
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Maggiore stabilità per le case automobilistiche: la chiarezza sui dazi permette di pianificare produzione e investimenti a medio termine.
Reazioni dal settore
Le associazioni dell’industria automobilistica europea hanno accolto con favore la notizia, sottolineando come la riduzione dei dazi offra respiro a un comparto già impegnato nella transizione elettrica e nel rispetto di stringenti normative ambientali. Tuttavia, permangono preoccupazioni per altri segmenti industriali, come i semiconduttori e le componenti, che non beneficeranno di condizioni altrettanto favorevoli.
L’Italia e le opportunità
Per l’automotive italiano – in particolare Stellantis e i produttori di componentistica – l’accordo può tradursi in nuove possibilità di crescita sul mercato americano, soprattutto per veicoli premium e sportivi, da sempre apprezzati oltreoceano.