Nel 2025, le auto elettriche in Italia mostrano valori residui significativamente inferiori rispetto ai veicoli a combustione interna. Secondo un'analisi di Bain & Company su dati Autovista Group, dopo tre anni e 60.000 km, un'auto elettrica conserva solo il 32% del suo valore iniziale, contro il 55% di un diesel e il 50% di una benzina. Questa differenza si traduce in canoni di noleggio più elevati per le elettriche, rendendole meno competitive sul mercato.
La scarsa diffusione delle auto elettriche in Italia contribuisce alla loro rapida svalutazione. Nel primo quadrimestre del 2025, solo il 5,2% delle nuove immatricolazioni riguarda veicoli elettrici, con una quota ancora più bassa tra i privati (4,2%). Le auto elettriche compatte rappresentano appena il 4,2% del mercato, mentre i modelli di dimensioni maggiori raggiungono il 12,5%, ancora sotto i livelli del 2023.
Anche in paesi come Germania, Francia e Regno Unito, i valori residui delle auto elettriche sono inferiori rispetto ai veicoli a benzina o diesel, sebbene la differenza sia meno marcata rispetto all'Italia. La penetrazione dell'elettrico in questi mercati è più alta, ma la crescita è rallentata negli ultimi tre anni, nonostante l'aumento delle infrastrutture di ricarica.
La combinazione di valori residui bassi, canoni di noleggio elevati e una diffusione limitata pone sfide significative per l'adozione delle auto elettriche in Italia. Sarà fondamentale monitorare l'evoluzione delle normative sulle emissioni e le politiche di incentivazione per comprendere come si svilupperà il mercato nei prossimi anni.